Oria

Da Dizionario del Dialetto Oritano (Salentino) e delle tradizioni di Oria - Wiki - Oria.info.
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Stemma

Lo stemma di Oria è costituito da tre colli al naturale, con il castello di tre torri al naturale, da cui fuoriesce un serpente ai due lati due leoni d'oro e coronati, sul castello una cicogna in volo, il tutto su uno sfondo d'azzurro.

Presso la chiesa di San Francesco di Paola vi è una statua quattrocentesca del patrono di Oria; San Barsanofio che tiene in mano una riproduzione di questo stemma. Quindi lo stemma cittadino era utilizzato almeno da tale periodo, ciò non esclude che sia stato utilizzato anche precedentemente ma non sappiamo la modalità di tale uso, in ogni caso ad oggi la raffigurazione più antica rimane questa. Il leone e il serpente erano presenti anche in un antico mosaico raffigurante un leone che aveva tra le fauci un serpente, segnalato nel XIX secolo presente nel palazzo vescovile che oggi è andato perduto o comunque non se ne ha più notizia.

Geografia

Template:Vedi anche Oria è collocata su una serie di antiche dune fossili, in una posizione dominante sulla circostante pianura salentina, sul percorso dell'antica Via Appia, tra Brindisi e Taranto e a circa 60 Km da Lecce.


Storia

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Preistoria

Il territorio oritano è stato frequentato sin dai periodi più remoti, prime tracce di presenza antropica le si trovano un po' in tutto il territorio oritano, in particolare nelle contrade "Laurito" e "S. Giovanni lo Pariete" è stato rinvenuto materiale litico con punte, raschiatoi e bulini; inoltre vi sono stati anche rinvenimenti di ceramica preistorica.

Fondazione della città

La fondazione di Oria, secondo Erodoto, avvenne quando un gruppo di cretesi naufragò lungo le coste salentine non lontano da Oria. I cretesi scelsero il colle più alto per iniziare la costruzione della città in quanto da lì potevano ben controllare tutto il territorio circostante. Diedero a tale città il nome Hyria. Partendo da Oria tali gruppi di cretesi colonizzarono in seguito tutto il territorio salentino; furono poi denominati prima dai greci e poi dai romani Messapi o Sallentini. A dimostrazione di tale apporto minoico-cretese, vi sono stati rinvenimenti di ceramica minoica.

Secondo lo storico oritano Gaspare Papatodero, la fondazione leggendaria di Oria risale all`anno 1007 a.C.

Il periodo messapico

Durante l'VIII secolo a.C. Oria comincia, la sua evoluzione da abitato "sparso" a città vera e propria, infatti abbiamo una concentrazione, probabilmente di capanne sul colle più alto della città come attestato dalla libera università di Amsterdam. In seguito intorno al VI secolo a.C., in tali abitazioni si riscontra l'uso di tegole. Sempre da riferire all'età arcaica è uno tra i più importanti santuari messapici, il santuario di "monte papalucio" (attuale denominazione del colle ove sorgeva il luogo di culto). Vi son stati rinvenuti un gran numero di materiali ceramici votivi, monete (delle città più importanti del tempo, tra cui ad esempio Metaponto e Sibari) e materiale combusto, ossa di maialini e vari vegetali, riferibili al culto di Demetra e Persefone cui il santuario era dedicato. Altri importanti ritrovamenti archeologici del periodo messapico e medievale, sono stati trovati durante uno scavo d'emergenza condotto dall'Università di Lecce durante i lavori per il rifacimento della pavimentazione in piazza cattedrale. In questa occasione è emerso il muro di cinta messapico riferibile al V-IV secolo a.C., e diversi depositi funerari. La città messapica di Oria aveva contatti con tutte le più importanti città dell'epoca, sia della messapia che città magno-greche. Di particolare interessa risulta il rapporto con la vicina e potente città di Taranto, con la quale il rapporto non era certo dei più pacifici, anche se vi erano periodi di floridi scambi culturali e commerciali. La rivalità dei Messapi con Taranto giunse all'apice nel 473 a.C. quando i Tarantini, uniti ai Reggini si scontrarono con i Messapi. La disfatta di Taranto e Reggio fu terribile, ci riferisce infatti Erodoto:" fu questa la più grande strage di Greci e Reggini che noi conosciamo, che dei Reggini morirono 3000 soldati e dei Tarantini non si poté nemmeno contare il numero". L'avvenimento ebbe una forte eco in tutto il mondo greco tanto che Aristotele precisa che l'avvenimento: "accadde un po dopo che i persiani invasero la Grecia" e aggiunge che fu anche a causa di tale sconfitta che Taranto mutò il suo regime da aristocratico a democratico.

Il periodo romano

Tale forte conflitto fini con l'indebolire sia i Messapi che i Tarantini, Con il 272 a.C. Taranto e di li a poco i Messapi persero la loro indipendenza almeno in parte, a causa della crescente potenza di Roma, Oria non perse però la sua importanza. Nel 88 a.C. divenne quindi municipio romano, ed ebbe l'importante privilegio di continuare a battere monete. Diverse tipologie di monete sono state rinvenute negli scavi archeologici, troviamo la raffigurazione di Eros, del fulmine di Zeus, della colomba, dell'aquila che afferra un fulmine, di Ercole con il copricapo leonino, spesso appare la scritta Orra; nome latino della città. Inoltre a dimostrazione dell'importanza di Oria una delle vie consolari più importanti: La Via Appia, passa da Oria. Nel 44 una leggenda vuole San Pietro di passaggio ad Oria, dove predicò il Vangelo agli oritani e consacro` il primo vescovo: di tale avvenimento abbiamo poche prove certe tra cui spicca una lamina bronzea trovata nel XVI secolo durante i lavori sotto l`antico calogerato basiliano; certo è che Oria già dagli albori del cristianesimo ebbe una delle comunità cristiane più antiche, che porterà poi alla nascita della sede episcopale ad Oria tra le più importanti e antiche d` Italia.

Il periodo medievale

Risale al 606 la prima notizia certa della cattedra vescovile, e abbiamo il primo nome di vescovo storicamente accertato Reparato. Nel 785 un altro documento ci riferisce della cattedra vescovile di Oria come indipendente dal Patriarcato di Costantinopoli. Con l'altomedioevo come spesso accade le notizie si fanno più scarse e meno certe, in particolar modo durante la guerra greco-gotica; Oria fu spesso devastata come del resto gran parte dell'Italia Meridionale. Anche il territorio circostante decadde come cosi le vie di comunicazioni romane (la via Appia per esempio), si sviluppa intorno alla città la cosiddetta "Foresta oritana" toponimo presente nei documenti medievali e fino al secolo scorso. In seguito Oria fu un territorio di transizione tra Bizantini e Longobardi, nell'area della città doveva trovarsi il cosiddetto limitone dei greci; una sorta di confine tra territori longobardi e bizantini. Da riferire probabilmente a tale periodo, alcuni importanti monumenti religiosi della città: la cripta ipogea sita all'interno del castello; di San Crisanto e Santa Daria (antichi protettori della città) la cripta di San Barsanofio , e probabilmente in questo periodo era presente una basilica bizantina. Da riferire al IX secolo una delle più importanti comunità ebraiche del meridione, di tale comunità rimane ricordo nel Rione Giudea e nella cosiddetta Porta degli Ebrei. La comunità ebraica oritana era sede di un importante accademia di studi scientifici e religiosi che divenne famosa in tutto il Mediterraneo. Uno dei più illustri uomini della comunità ebraica oritana fu Shabbataj Ben Abbraham Donnolo. Nel corso del IX-X secolo Oria fu spesso bersaglio dei Saraceni, che saccheggiarono e distrussero più volte la città. L'imperatore Ludovico II nel 867 si recò in Oria per liberarla dai saraceni; ma gli attacchi non cessarono. Nel 924 i saraceni misero a ferro e fuoco la città ci furono numerose vittime tra cui molti ebrei e molti oritani furono deportati come schiavi in Africa. La città non perse comunque la sua importanza, fino a che nel 977 non subì un duro colpo venendo completamente distrutta. In tale periodo iniziarono ad arrivare nel territorio oritano alcuni monaci basiliani, che occuparono le grotte presenti nei colli oritani e le vicine campagne, per sfuggire agli imperatori iconoclasti. In questo periodo il territorio oritano e sotto il dominio bizantino; tuttavia nel corso del IX secolo si assiste all'ascesa dei normanni, e nel 1055 Oria fu conquistata dal Conte Unfredo di Altavilla. Oltre a nuovi ordinamenti amministrativi, e ad una nuova organizzazione del territorio, durante il periodo normanno assistiamo all'ascesa anche in Oria dell'ordine monastico dei benedettini a discapito dei basiliani; in un più amplio "scontro" di "rito greco" e "rito latino". Di particolare interesse religioso in Oria nel 1170 fu rinvenuto il corpo di San Barsanofio protettore della città, il cui corpo era scomparso nel 977 a seguito della distruzione della città. Nel 1198 Oria dopo lunghe lotte tra Normanni e Svevi divenne di pertinenza di quest'ultimi. Il più noto degli Svevi fu Federico II; il puer apuliae ampliò nel 1225 il vecchio maniero normanno che a sua volta poggiava probabilmente su fortificazioni bizantine e andando ancora più indietro nel tempo messapiche.

L'Umanesimo e il rinascimento

Oria si ribellò a Manfredi, subì l'ennesimo assedio ma ne fu presto liberata grazie anche all'eroico Tommaso d'Oria. Sotto il dominio degli Angioini, Oria subì un nuovo assedio, nel 1433 venne saccheggiata da Giacomo Caldora famoso condottiero dell'epoca. Divenne poi feudo degli Orsini Del Balzo che abbellirono la città, e il principe Giovanni Antonio Orsini Del Balzo ricostruì Porta degli Ebrei, fece erigere o restaurò, non è chiaro; la chiesa dei Francescani (dove sorge l'attuale chiesa di San Francesco d'Assisi) e abbellì il castello in occasione della nozze di sua nipote Isabella di Chiaromonte con il figlio naturale del Re Alfonso I d'Aragona, Ferdinando I. Alle soglie del 1500 Oria dovette subire nuovi assedi, celebre l'aspra resistenza contro gli spagnoli che assediavano la città, salvata secondo la leggenda dal patrono San Barsanofio, e dal valore di tutti i cittadini. Da questo momento in poi la città fu "affidata" a diverse famiglie nel 1572 San Carlo Borromeo elienò il feudo al vescovo di Cassano; per poi passare agli Imperiali, famiglia nobile di origine genovese.

Dal 600' ad oggi

Dopo il 1500 Oria non è più al centro della grande storia, e comincia anche un lento declino dell'antica città, forse il primo pilastro di tale "decadimento", si ebbe quando Oria, si alleò a Francesco I contro Carlo V, la sconfitta del re di Francia, alienò Oria dai favori di Carlo V, ad esempio privò il maniero della città di gran parte della forza di artiglieria, il celebre canone il "cane" fu portato da Oria a Brindisi. Nel corso del settecento a cura di Michele Imperiali vengono restaurati alcuni monumenti della città tra cui Porta Manfredi. Risale al 1743 la costruzione della nuova Cattedrale, la precedente di epoca medievale venne demolita a causa di un terremoto ne rimangono solo alcune trabeazioni e colonne classiche riscolpite nel medioevo. La cittadina partecipò anche al risorgimento italiano. Il 21 settembre del 1897, la città venne investita da un potente ciclone che danneggiò gran parte dei monumenti antichi; le porte della città furono gravemente danneggiate, alcune statue che facevano parte di tali porte sono andate perdute o molto danneggiate; anche l'imponente castello subì notevoli danni, fu restaurato solo nel 1933 dopo che i Conti Martini-Carissimo acquistarono il castello dal comune. Durante le Guerre Mondiali Oria ha versato il suo contributo alla Patria: furono molti infatti gli oritani morti combattendo. Nel 1950, con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad Oria fu conferito il titolo di Città.

Evoluzione demografica

Monumenti

Porta degli Ebrei

Porta degli Ebrei è una delle 3 porte della città, una delle quali non più in situ, è denominata Porta degli Ebrei o Porta Taranto perché da qui ci si dirigeva verso la città ionica. Tale porta è detta degli ebrei poiché all'interno di tale porta si sviluppava la fiorente comunità ebraica, nota in tutto il meditteraneo medievale, giunse al culmine durante il IX sec. Al centro della porta troviamo uno stemma il cui disegno non è più presente, ai lati due stemmi più piccoli della città. Al di sopra della porta la statua dell'Immacolata.

Porta Manfredi

È detta anche Porta Lecce o Degli Spagnoli perché da qui entrarono gli spagnoli dopo un lungo assedio. La forma attuale della porta la dobbiamo a Michele III imperiali, che probabilmente trasformo o ricostrui una già esistente porta. Era sormontata da tre statue, due delle quali abbattute dal ciclone del 1897 e la terza rimossa nel 1958 perché pericolante. Erano presenti anche 3 stemmi, probabilmente appartenenti alla precedente porta ivi presente; dei tre stemmi è rimasto solo quello di Oria seppur in pessime condizioni, gli altri 2 raffiguravano lo stemma degli Imperiali e quello della Provincia d'Otranto.

Palazzo Martini

Palazzo Martini, situato nel cuore del centro storico di Oria; non lontano dalla Basilica oritana. Il palazzo è un classico esempio dell'architettura barocca del XVIII. Nella parte alta dell'edificio è presente lo stemma della città, ha ospitato il comune fino a metà degli anni 80', oggi è utilizzato per mostre ed esposizioni, attualmente ospita materiale archeologico.

Palazzo Vescovile

Il palazzo vescovile, sorge sull'antica acropoli messapica, a dimostrazione di ciò alcune testimonianze dell' 800' riferiscono che qui, in un posto non meglio precisato era presente un mosaico che raffigurava un leone che aveva tra le fauci un serpente (elementi che ritroviamo nel successivo stemma della città dove il serpente esce da un castello, due leoni che poggiano sul castello e una cicogna che tenta di afferrare il castello); oggi il palazzo vescovile sorge accanto alla basilica cui è collegato da un passaggio interno. L'attuale palazzo, fu costruito dall'arcivescovo di Oria Gian Carlo Bovio tra il 1564 e il 1570, al suo interno sono presenti elementi architettonici dell'antica acropoli messapica e della antica cattedrale che occupava la settecentesca basilica. Di particolare interesse storico-artistico sono: alcune colonne marmoree; una colonna di età classica e riscolpita nel medioevo con una figura di arciere a cavallo; alcuni fregi e particolari architettonici dell'antica chiesa; due leoni scolpiti. Inoltre all'interno troviamo pregevoli soffitti affrescati attribuiti a Pellegrino Tibaldi della scuola di Raffaello.

Torre Palomba

La torre "Palomba" è una torre cilindrica situata alle spalle della basilica; è un probabile resto della fortificazione messapica, anche se dato la sua continuità fino ai giorni nostri e la sua posizione centrale è molto probabile che fu modificata ed utilizzata anche in periodi successivi; è anche denominata "carnara" poiché fino al XVIII secolo servì come ossario.

Il Sedile

Il Sedile si trova in piazza Manfredi, fu fatto costruire intorno al 1700 da Michele III Imperiali e dal sindaco Nicola Martini in stile barocco. Ha una pianta quadrata e sulla sommità porta le statue di S. Carlo Borromeo e di S. Barsanofio, quindi è probabile che almeno all'inizio la costruzione dovesse avere funzione religiosa. Fu sede dei Decurioni (per questo viene indicato anche come "Seggio dei Nobili") e, dopo essere stato il Comando della Polizia Municipale, oggi è un punto di riferimento turistico.

Chiese

Basilica Cattedrale

La forma attuale della Basilica Cattedrale la si deve al vescovo Castrese Scaja, che nel 1750 fece demolire la precedente chiesa medievale (pericolante a causa di un terremoto avvenuto il 20 febbraio 1743) facendo costruire la nuova cattedrale di gusto barocco; a sua volta probabilmente la struttura medievale poggiava su un tempio pagano. Nei sotteranei della Basilica sono inoltre visibili resti della preesistente città messapica, e di una cisterna romana; qui sono inoltre state rinvenute alcune tombe. Durante la edificazione della nuova cattedrale barocca, su progetto dell`architetto Giustino Lombardi, abbiamo testimonianza che due colonne di marmo verde furono acquistate per 8000ducati dal Re di Napoli per abbellire la cappella dellaReggia di Caserta e finanziare il nuovo progetto. La facciata è in carparo locale. A sinistra si erge la torre dell'orologio e, dietro, quella campanaria. Il tutto è poi dominato dalla superba cupola policroma. La pianta è a croce latina a tre navate. all'interno sono presenti numerosi dipinti di gran pregio che vanno dal XVI sec. fino al XX. Sono inoltre presenti pregiati marmi e stucchi, 4 candelabri in bronzo, e di particolar pregio sono: artistiche statue tra le quali quelle dei Santi Medici di scuola veneziana e quella del protettore San Barsanofio di scuola napoletana. Per la forte somiglianza con Basilica Vaticana e` soprannominata `San Pietro in Piccolo`. Nei recenti lavori di restauro della Basilica sono venute in luce alcune tombe di vescovi e ossari, dove è ora presente un presepe permanente. La Cattedrale, per volere di Sua Santità Giovanni Paolo II, è stata elevata nel 1992 a Basilica Pontificia Minore. Di particolare interesse risulta la "cripta delle mummie", un oratorio cinquecentesco sulle cui pareti sono state ricavate nicchie che contengono i cadaveri mummificati di confratelli dell`Arciconfraternita della Morte. La mummificazione è probabilmente dovuta alla forte umidità presente nei sotteranei della Basilica Cattedrale.

Chiesa di S.Domenico

La chiesa di San Domenico risale al 1572 (progettata dall'architetto Saverio Amodio) e fu eretta dai Padri Domenicani che giunsero ad Oria nel 1282, stabilendosi nell'antico Calogerato di San Basilio, dentro le mura cittadine. L'attuale chiesa, ebbe i maggiori rifacimenti nel XVIII sec. L'interno è a croce latina con pregevoli altari barocchi di scuola leccese del 600'. Sono inoltre presenti alcune tele di valore, in particolare quella di San Domenico. Nel convento annesso, troviamo un magnifico chiostro. Fu canonicamente eretta parrocchia il 22 agosto 1947 dall'Amministratore Apostolico Ferdinando Bernardi.

Chiesa di S.Francesco di Paola

La chiesa di S. Francesco di Paola come la vediamo oggi risale al XVI sec. fu costruita nel 1580 insieme all'attiguo convento provisto anche di un orto come si osserva da alcune carte della città del 600' come quella del Centonze. La chiesa attuale si sviluppa sopra la cripta di San Barsanofio dove si conserva il sacello che, dal 890 al 1170, conservò le reliquie del Patrono. Questa chiesa risulta ancora oggi molto importante: qui i nuovi vescovi indossano i paramenti sacri prima di entrare in città; infatti la chiesa si trova appena fuori le mura molto vicina alla già citata porta degli Ebrei. All'interno è di particolar pregio la statua in pietra del Santo Patrono, e una di Madonna con Bambino entrambe del XV sec. Sono inoltre presenti pregevoli altorilievi raffiguranti scene del presepe e alcune tele. All'esterno incastonato nella parete della chiesa troviamo materiale di reimpiego medievale. Annesso si trova il Convento dei Frati Minimi Paolotti. Fu canonicamente eretta parrocchia il 1 ottobre 1976 dal Vescovo Alberico Semeraro.

Chiesa di S.Giovanni Battista

La chiesa e il convento furono eretti per volere della baronessa Filippa di Cosenza nel XIV sec., di cui rimane inoltre lo stemma sulla facciata, raffigurante un leone rampante. All'interno sono presenti numerose pitture murali medievali, raffiguranti santi, seppur in pessimo stato; in una di tali pitture si riconoscono S. Benedetto e S. Barsanofio. L'originaria costruzione romanica fu inglobata in un grande complesso barocco qual era il Convento dei padri Celestini, edificato nel XVII secolo. Nel 1912 il convento dei Celestini fu abbattuto per dare spazio all'attuale scuola elementare "Edmondo De Amicis". Quasi contemporaneamente fu abbattuto un portico di sedici archi antistante alla chiesa: secondo la tradizione qui avveniva il "Ballo di San Giovanni", che si svolgeva nella notte tra il 23 ed il 24 giugno cui conveniva tutta la popolazione del circondario; tale usanza fu vietata nel XVI secolo sotto il marchesato dei Borromeo, in quanto ritenuta immorale. Oggi rimane solo la chiesa, che attualmente non è adibita al culto, venendo utilizzata come auditorium o come spazio espositivo (negli ultimi anni durante il periodo estivo ha ospitato la mostra dei Palii del Torneo dei Rioni), secondo i bisogni della Parrocchia della Basilica Cattedrale, che ne è legittima ed esclusiva proprietaria.

Chiesa e convento di S. Benedetto

L'attuale chiesa, dedicata a Maria Santissima del Ponte, risale al 1850. L'annesso convento delle Benedettine Cassinesi è occupato dall'Orfanotrofio Antoniano Femminile e venne costruito nel secolo XVII sull'area del convento molto più antico di San Barbato fatto erigere nel 1123 dalla principessa Costanza, moglie del normanno Boemondo.

Chiesa S. Francesco d'Assisi

La chiesa di S. Francesco d'Assisi secondo la tradizione popolare ricorda il passaggio da Oria del santo d'Assisi. L'attuale costruzione è di periodo barocco, coeva della Basilica Cattedrale. In origine doveva essere una chiesetta basiliana, dedicata alla Madonna di Costantinopoli. Intorno al 1219 nei pressi di quella chiesetta basiliana fu fondato un cenobio dallo stesso San Francesco d'Assisi, di ritorno dalla Palestina. Nel XV secolo la chiesa, con l'annesso convento francescano, venne ricostruita dal principe Giovanni Antonio Del Balzo Orsini, per poi essere nuovamente rifatta nel XVIII secolo. All'interno si conservano le reliquie del Beato Francesco da Durazzo (antico protettore di Oria che si festeggiava nella Domenica in Albis) ed una Pietà litica del XV secolo che era conservata nella chiesetta rupestre della Madonna di Gallana. Sul fianco delle chiesa troviamo il cenotafio del principe Giovanni Antonio Del Balzo Orsini, che edificò la chiesa quattrocentesca (prima dell`attuale barocca). Ospita il rinomato Premio Letterario Internazionale 'Il Pozzo e l'Arancio', nato nel 2005. Fu canonicamente eretta parrocchia il 22 agosto 1947 dall'Amministratore Apostolico Ferdinando Bernardi. Ristrutturata negli anni '50, ha visto nuovamente lo splendore con un restauro (2004-2005) che ha riportato alla luce resti della chiesa quattrocentesca e ha ridato l'attuale chiesa all'antico splendore barocco.

Chiesetta S. Maria al Tempio

Tra le numerose chiesette sparse nel centro cittadino, ricordiamo quella di S. Maria al tempio, alcune tradizioni la vogliono di frequentazione e fondazione templare, dato il nome della piccola chiesa; il che può essere veritiero dato che è probabile che qui ad Oria vi fosse un presidio di templari o crociati, dato la vicinanza con il mare in particolare con Brindisi (porto molto importante nel medievo) e con altri centri in cui sono attestati crociati o templari come ad esempio Uggiano (già commenda dei cavalieri di Malta).

Cripta di San Mauro

La cripta di San Mauro è attualmente localizzata al di sotto dell'altare del Santuario di Sant'Antonio da Padova. "L'edificio" religioso fu probabilmente utilizzato in un primo momento dai monaci basiliani con rito greco, e poi con la conquista normanna avvenuta nel 1055 fu utilizzato dai monaci benedettini. È probabile che la grotta fu utilizzata sin dal periodo tardo antico. I monaci basiliani dedicarono l'edificio a San Basilio e in seguito i benedettini lo dedicarono a San Mauro. Dimenticata, fu riscoperta da un pastorello nel 1660 e subito il canonico oritano Lucio Riccardia volle edificarvi sopra una chiesa. Nel corso del XVII sec. fu poi utilizzata oltre che come luogo di culto, come ossario dai Frati Alcantarini. La forma della cripta è rettangolare. All'interno, seppur in pessime condizioni, sono ancora visibili alcuni affreschi: quello centrale rappresenta S. Mauro, alla destra vi è la cosiddetta Madonna del Melograno, di ottima fattura, mentre a sinistra vi è un affresco più piccolo che raffigura il Cristo coronato di spine, la Madonna di Costantinopoli e S. Giuseppe.

Santuario di San Cosimo

Il santuario di San Cosimo alla Macchia è sito a circa 5 Km dalla città di Oria. È un importante centro cultuale legato ai Santi Medici, compatroni di Oria. L'importanza del santuario valica i "confini" del Salento: infatti registra un numero di presenze di fedeli nell`Italia Meridionale secondo solo al Santuario di Padre Pio in San Giovanni Rotondo. Il santuario attuale fortemente ristrutturato nel corso del 900' e degli ultimi anni (la facciata del santuario porta la data del 1900), in realtà ha probabilmente inizio nel corso nel IX sec. quando era presente un piccola chiesa di monaci basiliani. Un cimitero medievale risalente a tale periodo è stato messo in evidenza sotto parte dell'ala ovest dell'attuale chiesa. Edificio probabilmente connessa ad un villaggio o casale medievale (oggi scomparso), così come appare nelle guide topografiche e archeologiche. Dal XVIII sec. ad oggi il complesso è stato interessato da forti modifiche, che rendono ormai invisibile la conformazione originale del santuario. Connessa al santuario è presenta un musei con gli ex voto dei fedeli. Tale santuario è rivestito di tale importanza poiché in Oria risiedono numerose reliquie dei Santi Medici. Solenni festeggiamenti sono previsti ogni anno il V giovedi` dopo Pasqua, durante le cosiddette `Pirdunanzi`. Interessante la presenza del Museo Etnografico, il primo, per numero di oggetti conservati, dell`Italia Meridionale.

Chiesette rupestri

Nel territorio di Oria sono presenti diverse chiesette rupestri, spesso di difficile datazione, ma ricche di opere d'arte, storia e molto legate alle tradizioni e all'affetto della popolazione. Va detto che le fonti medievali ricordano diverse chiese rupestri, oggi ormai del tutto scomparse o non bene identificate. Tra le più importanti ricordiamo:

Chiesa Madonna di Gallana o Gallano

Tale chiesetta è situata a circa 5 Km dalla città in direzione Latiano lungo l'antico percorso della Via Appia. Probabilmente tale chiesa era già presente durante il periodo tardo-antico, al suo interno inciso su un muro è stato trovato un antico gioco romano. Nel periodo medievale le fonti la citano come chiesa di Gallano. I racconti della chiesa si fondono tra storia e leggenda. Alcune leggende riferiscono che la stessa chiesa fu fondata da tale Galerana moglie di Carlo Magno, altri racconti, dicono che una moglie devota pregasse qui il ritorno del marito partito per le crociate. Un`altra leggenda vuole che la chiesa sia stata consacrata da ben 22 vescovi (secondo lo storico locale Marsella) tra cui san Turpino.

Chiesa Madonna della Scala

Altra importante chiesa rupestre è quella della Madonna della Scala; situata a tre chilometri da Oria sulla via vecchia per Manduria sull'area di un antico casale rupestre del quale faceva parte la chiesa di S. Ustino. La datazione anche qui è incerta ma alcuni elementi riconducono al XIII-XIV sec. All'interno sono presenti affreschi dell'Apocalisse.

Chiesa di San Lorenzo

L'aspetto attuale risale al XVII sec. ma è probabile che esistesse una chiesetta di età precedente. All'interno è conservata una tela raffigurante una Madonna con Bambino. Secondo la tradizione da qui il vescovo che doveva prendere "possesso" della diocesi oritana, partiva su un cavallo bianco per entrare nelle mura cittadina, non prima di essersi fermato nella cripta di San Barsanofio (dove sorge l'attuale chiesa di S. Francesco di Paola). Annesso vi è un piccolo convento che ha ospitato anche una esigua comunità monastica.

Castello

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Il castello oritano, spesso erroneamente definito "Svevo" (poiché quello degli Svevi in particolare con Federico II nel 1225-1227 non fu che uno dei tanti restauri, ricostruzioni e riadattamenti del maniero), ha una storia molto lunga ed articolata come d'altronde il suo complesso architettonico. Dove ora sorge il castello, probabilmente era anche sede dell'acropoli messapica, e quindi anche di un probabile presidio romano; dato che è situato sul colle più alto è meglio difendibile della città.
Si trova a 166 m sul livello del mare, in forte posizione dominante rispetto al territorio, ha forma di triangolo isoscele con il vertice rivolto a Nord con la torre detta dello Sperone.
Il muro meridionale ha ulteriori 3 torri: "quadrata", "del salto", "del cavaliere", sul muro orientale troviamo merli e due ingressi. La massiccia torre quadrata è probabile che sia di epoca normanno-sveva, mentre le torri cilindriche sono angioine. Dalla terrazza della torre "del Cavaliere" è possibile dominare un vasto territorio e le posizioni delle città limitrofe sono indicate su un'apposita lastra marmorea di orientamento. La piazza d'armi poteva contenere da 3000 a 5000 soldati, dunque tale caratteristica insieme allo spessore dei muri di circa 4 m non lascia dubbi sulla natura difensiva del complesso. All'interno della piazza d'armi era anche presente un antica chiesa probabilmente di epoca bizantina, dedicata agli antichi patroni della città San Crisanto e Santa Daria. Alcune narrazioni riferiscono di un passaggio segreto che congiungeva il castello di Oria con quello di Brindisi.
Il castello è stato luogo di eventi lieti e di altri eventi tragici che mischiano a volte la realtà con la leggenda. Numerose volte il castello ha dovuto resistere a numerosi assedi, come quello di Manfredi, o gli assalti di Giacomo Caldora (1433), di Pietro de Paz (1504) che non riuscì a prendere la rocca divenuta imprendibile, grazie anche a numerose gesta eroiche.
Il castello fu anche luogo accogliente per re, principi e cavalieri; vi sostarono la regina Maria d'Enghien (1407), il suo sposo Ladislao, re di Napoli (1414), la principessa Isabella di Chiaromonte e il re Ferrante d'Aragona (1447), un episodio molto importante per l'epoca è la partenza di Alfonso II da Oria per liberare Otranto dai Turchi (1480).
Anche in tempi recenti fu meta di personalità e studiosi celebri italiani e stranieri quali: Maria Josè di Savoia, Margareth d'Inghilterra, il cardinale Tisserant, principi di casa d'Asburgo, T. Mommsen,P. Bourget, F. Gregorovius ed altri ancora.
Il castello è stato restaurato diverse volte, che ne hanno modificato diverse volte l'aspetto, ulteriori rimaneggiamenti ci sono stati dopo il ciclone del settembre 1897 che danneggiò gravemente l'antico maniero.
Dal 1933 è stato di proprietà dei Conti Martini Carissimo, e oggi il castello è monumento nazionale. Il castello di Oria è stato venduto il 2 Luglio 2007 per 7 milioni e 750mila euro, cifra ritenuta irrisoria dai più dato l'importanza storico artistica del castello, alla società Borgo Ducale SRL che fa capo ai coniugi Romanin-Caliandro.

Musei

Parchi

Parco Montalbano

Ai piedi del castello si sviluppa un parco ricco di numerose piante ed alberi, rimanenza della foresta che circondava l'intero territorio oritano. Fu nel 1700 che divenne un vero e proprio parco, divenne poi proprietà della Curia Vescovile Oritana e dal 1982 e' proprietà del comune di Oria.

Cultura locale

Leggende

Numerose leggende sono nate intorno alla città di Oria, spesso legate a particolari luoghi o edifici, altre volte a personaggi celebri che sostarono nella città. tra le pù note si ricorda la leggenda di Oria fumosa.

Tale leggenda narra che durante la costruzione delle mura cittadine o del castello secondo altre versioni, le mura crollavano continuamente, dunque si consultò l'oracolo che emise un "verdetto" tanto chiaro, quanto terribile, perché le mura non crollassero più serviva il sangue di un innocente; fu cosi rapita una fanciulla e sepolta o sacrificata sulle prime pietre delle mura, che così non crollarono più. Quando la madre della fanciulla sacrificata scoprì la morte della figlia imprecò contro Oria urlando:"Possa tu fumare Oria, come fuma il mio cuore disperato". In alcune sere ancora ai nostri giorni Oria è avvolta dalla nebbia. Nacque così la leggenda che ancora oggi gli anziani ricordano con una struggente nenia: "A Oria fumosa 'ccitera 'nna carosa, tant'era picciredda, ca si la mintera 'mposcia" (Ad Oria fumosa, uccisero una bambina così piccola che potevano metterla in una tasca).

Torneo dei Rioni

Il Torneo dei Rioni di Oria si svolge ad Oria dal 1967 ed è la piu` importante rievocazione storica medievale del Mezzogiorno, che affonda le sue radici tra leggenda e storia. Il bando del Torneo si vuole emanato da Federico II di Svevia nel 1225, mentre attendeva ad Oria la futura moglie Jolanda di Brienne figlia del Re di Gerusalemme Giovanni di Brienne (che avrebbe poi sposato a Brindisi nel mese di novembre dello stesso anno). L'imperatore bandì il Torneo tra le quattro contrade della città: Judea, Castello, S. Basilio e Lama. Oggi La manifestazione si svolge il secondo fine settimana di Agosto in 2 giorni: il sabato vi è il Corteo Storico per le vie cittadine al cui termine si presenta il Palio; la domenica si svolgono le gare per l'assegnazione del Palio. Per vincere il Palio gli atleti dei quattro rioni dovranno conquistare il maggior numero di punti durante cinque prove (ariete, botte, forziere, gara del ponte, velocità e destrezza), il cui ordine di svolgimento viene sorteggiato poco prima dell'inizio del Torneamento. Vi sono inoltre altre gare che hanno funzione esclusivamente spettacolare come scontri cavallereschi. Importante e` la presenza dei quattro Gruppi Sbandieratori e Musici della Citta` di Oria: Gruppo Sbandieratori e Musici 'Rione Lama', Gruppo Sbandieratori e Musici 'San Domenico', Gruppo Sbandieratori e Musici 'I Federiciani', Gruppo Sbandieratori e Musici 'San Basilio'. Evento abbinato spesso alla Lotteria Nazionale, si fregia dell'Alto Patrocinio della Presidenza della Repubblica.

Personaggi celebri

Economia

Trasporti e vie di comunicazioni

Strade ed autostrade

Il comune, non collegato direttamente alla linea autostradale, è raggiungibile dalla Strada Statale 7 Brindisi-Taranto uscita per Oria.

Linee ferroviarie

Oria è raggiunta dalla tratta ferroviaria Brindisi-Taranto. Dal capoluogo jonico o da Brindisi la città e raggiungibile in mezz'ora circa.

Amministrazione comunale

Sindaco: Cosimo Ferretti {{#if:centrodestra|(centrodestra)|}} dal 30/05/2006 {{#if:|({{{mandato}}}° mandato)}}
Centralino del comune: 0831 846511 {{#if:info@comune.oria.br.it|
Email del comune: info@comune.oria.br.it}}

Gemellaggi

Voci correlate

Bibliografia

Per quanto concerne le datazioni: "Guida di Oria Antica Acropoli Messapica"

Per quanto riguarda alcune notizie storiche approfondite: "Ricordi Storici di Oria Messapica" di B. P. Marsella

Per quanto riguarda alcune notizie storiche: "Oria, tremila anni di arte, storia, cultura e tradizione" (manoscritto) di P. Mazza

Gli stemmi delle contrade oritane

Contrade di Oria
Judea 70px | Castello 70px | San Basilio 70px | Lama 70px

Collegamenti esterni